Questa
settimana ho fatto 5 acquisti e, in tutti i casi, non mi sono mai spostata
dalla sedia.
Nell’ordine ho
comprato sui cosiddetti e-shop le barre porta-tutto per l’automobile, 3
portabici, articoli per la cura del gatto, una sottogonna e una borsina da sera,
giungendo ad una conclusione lapidaria: l’on-line shopping dà dipendenza in sé,
indipendentemente da cosa si stia comprando.
Spiego di
seguito il perché di questo assunto.
Per quanto
in Italia ci sia ancora parecchia resistenza e l’e-commerce stenti a decollare,
i vantaggi offerti dai negozi in rete sono davvero molteplici e, in alcuni
casi, unici rispetto al negozio tradizionale, per esempio:
ü
la comodità di impostare criteri di selezione
molto verticali per arrivare a ciò che cerchi senza disperdere energie (io per
la borsina da sera ho speso un intero sabato mattina per visitare solo 4
negozi, spostandomi in auto per raggiungerli, per poi desistere perché non
trovavo il genere che avevo in testa)
ü
entrare ed uscire dai negozi con la velocità di
una lepre, rivoltando la merce sugli scaffali virtuali senza intravedere la
faccia ingrugnita della commessa che ti guarda in cagnesco
ü
nella stragrande maggioranza dei casi puoi verificare
subito se il prodotto che ti interessa è come sembra o è meglio che passi ad
altro, grazie alla sezione recensioni/opinioni (in alternativa si potrebbe
pensare di seguire la ragazza che ha appena acquistato l’olio per capelli che
ti ispira tanto e che costa come un anello di Bulgari, scoprire dove abita e
presentarsi dopo 2 giorni per sapere se i suoi capelli adesso sono effettivamente
come quelli di Kate Middleton)
ü
non dover guardare l’orologio perché il negozio
chiuderà fra 10 minuti e la commessa già scalpita
ü
rimanere in pigiama e ciabatte (anche in mutande
se fa caldo) per tutta la durata della shopping experience.
Ce n’è poi uno
su tutti che io – da brava brianzola un po’ tirchia – apprezzo particolarmente,
cioè la possibilità di comparare i prezzi e scegliere, a parità di prodotto o
servizio, l’offerta migliore, in un vero trionfo di quella che si definisce “libera
concorrenza”.
Trovo
fantastica questa totale trasparenza e la facoltà di scelta che il cliente può
esercitare, mi ricorda quando andavo al mercato con mia nonna e la vedevo
verificare il prezzo al chilo delle melanzane su tutti i banchi della verdura,
per scegliere – quasi sempre - quello che costava di meno. E che cura ed attenzione
arrivava da quei bottegai per tenersi stretta la cliente: cortesia, sorrisi e
un veloce servizio si concludevano sempre con “la tratto bene perché così son
sicuro che ritorna da me!”.
Perché anche
su quest’ultimo aspetto l’e-commerce non ti delude: tutti i miei 5 acquisti
sono arrivati in un massimo di 3 giorni dall’acquisto (in un paio di casi
addirittura il giorno dopo!), il servizio post-vendita mi ha relazionato
costantemente sullo stato del mio acquisto (pagamento accettato, ordine
concluso, merce uscita dal magazzino, merce in consegna) e, laddove ho avuto
necessità di chiarimenti o correzioni, i colloqui via mail o telefonici si sono
rivelati cortesi e soddisfacenti, con la risoluzione immediata dell’eventuale
criticità oggetto del contatto.
D’altro
canto, stamattina sono entrata in un supermercato di alimentari per acquistare
2 panini e del prosciutto (mi servivano per la colazione al sacco di Amy 2.0)
e, non avendo contanti, ho presentato la mia carta di credito. Sorvolo sul
fatto che la persona in cassa non ha risposto al mio “Buongiorno” e non ha
neppure sollevato gli occhi per guardarmi, in compenso ha commentato scocciata:
“la carta di
credito per 6 euro e 40? Non ha contanti?”
“no mi
spiace, non sono riuscita a prelevare” (perché poi mi giustifico?)
“bisognerebbe
organizzarsi…e se oggi il POS non funzionasse?”
“perché, non
funziona?”
“no
funziona, dicevo così per dire”
“meno male, perché
io ho solo questa”
“vabbè, la
prossima volta però…”
La prossima
volta vado su tramezzino.it e ordino
il lunch bag per Amy 2.0 fra quelli più costosi, poi passo da te in negozio per
mostrarti la conferma d’ordine sullo smartphone e dirti che non mi vedrai più
nemmeno per comprare un pacchetto di chewing-gum.
Perché come avrebbe detto mia
nonna “quello lì ha i prezzi più buoni, ma è un cafone”.
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