Istruzioni per l’Aquitania in 7 giorni e 3000 km
7/8/2013
Fabrizio ha il terrore
delle code che ti bloccano il viaggio, perciò alle 5 del mattino ci lasciamo la
Brianza alle spalle a bordo della nostra Insigna. Ci aspettano circa 900km per
quella che abbiamo fissato come prima tappa del nostro viaggio: Hautefort, nel
Perigord Nero. Direzione passo del Frejius e, appena passato il tunnel, inizia
il diluvio, che ci accompagna per più di tre ore. Lasciamo l'autostrada dopo
Clermont Ferrande ci inoltriamo per le provinciali immerse in un paesaggio che
diventa sempre più fiabesco, man mano che ci
avviciniamo alla nostra destinazione. Una sosta al Leclerc per acquistare
baguette, roti de porc e camembert che consumiamo in una delle aree di sosta
presenti numerose sulle strade francesi (sempre pulite ed in ordine) e poi
dritti a destinazione, immersi in uno scenario che ricorda la Contea di Frodo
Baggins.
L'hotel prenotato con Booking.com è modesto, ma pulito ed accogliente, dotato di una bella piscina dove Elena
fa il bagno anche se fuori ci sono 20gradi scarsi.
Inizia a piovere quando
usciamo: ad Hautefort ceniamo a base di canard (pure il fois gras, mi sento in
colpa!), sfortunatamente non riusciamo a visitare il Castello in notturna
perche' è tardi, peccato perché sarebbe stato emozionante soprattutto per Elena.
Andiamo a nanna,
crollando tutti esausti per la lunga giornata.
8/8/2013
Oggi ci trasferiamo nella
Chambre d'hotes che ho prenotato a Vitrac, vicino a Sarlat. Decidiamo di
visitare Perigueaux il mattino, sulla strada cerchiamo un posto per fare
colazione e ci fermiamo a Cubjac, un piccolo gioiello di poche case tutte
perfettamente conservate, dove troviamo una boulangerie che pare sia stata
inserita fra le migliori di Francia. Prendiamo croissant, caffè e baguette, tutto
per 6 euro, che consumiamo bordo fiume. Ripartiamo e poco più tardi siamo a
Perigueaux. Il capoluogo del Perigord è un
bell'esempio di città medievale, la giriamo bene seguendo il percorso indicato
dalla mappa presa all'ưfficio turistico. Ripartiamo nel
pomeriggio, vogliamo vedere Beynac prima di arrivare alla Chambre, prima però
sosta per baguette con formaggio e patè de canard acquistati in un Carrefour.
Arriviamo a Beynac dopo esserci quasi persi fra le strade che attraversano la
valle del Vezere, con un panorama surreale dato dal sito che è un insediamento preistorico di valenza
internazionale. A Beynac visitiamo il bellissimo castello, la guida parla solo
francese e non capiamo praticamente. nulla, ma la vista che si gode sulla valle
scavata dalla Dordogna che scorre proprio li sotto è mozzafiato! Purtroppo non c'è tempo per vedere anche il borgo, sono quasi
le 19 e dobbiamo presentarci alla Maison de Tari. Ci accoglie M.me Thibart che
non parla inglese, ma è gentile e in qualche modo ci
capiamo. Ci consiglia lei di cenare in un bistrot a Vitrac per evitare il caos
di Sarlat ed è un buon consiglio: il Caffè des Artists é affascinante, ricavato nella vecchia scuola recuperata, gestito da 3
artisti che ne hanno fatto il loro atelier e dove è possibile mangiare una buonissima gallet.
Rientriamo subito alla Maison de Tari, siamo stanchi.
9/8/2013
Lezione del giorno:
ricordarsi che i km non corrispondono sempre agli stessi tempi di percorrenza
ed è bene tenerne conto se non si vuole passare la
giornata in auto. Ma partiamo dall'inizio.
Oggi giorno speciale: è il compleanno di Elena perciò è la sua giornata, quindi in programma ci sono le
grotte preistoriche. Avevo deciso per quelle di Pech Merle, più lontane (sono
nel Lot), ma rispetto alle più famose e vicine Lascaux sono originali (non
visiteremo una copia) e siccome per arrivarci ci vuole un po' conto che ci sia
meno gente. Ho prenotato la visita delle 14:45 via internet come consigliato,
dovremo presentarci per il ritiro dei biglietti massimo alle 14:15. Il
programma del mattino prevede la visita a La Roque Gageac e a Domme. Arriviamo
alla prima in tempo per riuscire ancora a parcheggiare, è agosto e in poco tempo il parcheggio è pieno e si formano lunghe code. La Roque Gageac è spettacolare, incastrata su uno sperone roccioso
con vista sulla Dordogna, vale davvero la visita. Ripartiamo con l'idea di
andare a Domme, ma controllando col navigatore la distanza dalle grotte (68
km!) desistiamo e ci dirigiamo a Pech Merle, attraversando la campagna per più di un’ora. Ritiriamo i biglietti (per fortuna ho
prenotato, chi non lo ha fatto deve aspettare 4 ore!) e al nostro turno
entriamo. Le grotte valgono tutto il tempo speso per arrivarci e il prezzo del
biglietto (26€ noi tre), fra stalattiti e
stalagmiti vedere i disegni fatti 25.000 anni fa dall’uomo di Cro-Magnon è emozionante, Elena rimane particolarmente colpita
dalle impronte delle mani lasciate a firma dei disegni.
Terminata la visita
decidiamo di dirigerci verso Rocamadour e anche qui l'equivalenza è 50km stanno a 1 ora di auto...alle 18:30
Rocamadour compare davanti a noi ed è uno
spettacolo, ma decidiamo di tornare alla Chambre, visto che il navigatore
minaccioso ci avvisa che per Vitrac ci vuole un'altra ora abbondante ed Elena
non ne può più di stare in auto.
Arrivati che sono quasi
le 20:00, Elena decide che vuole festeggiare il suo compleanno con un bagno in
piscina, quindi alla fine usciamo per cenare a Sarlat (che ancora non abbiamo
visto) che sono quasi le 21.
Sarlat è splendida, piena di viuzze superanimate da
turisti, locali e artisti di strada, peccato non averci passato più tempo!
Ceniamo in un bel localino all'esterno con insalata con fois gras ed agnello e
patate, tutto buonissimo. Alla fine ci facciamo portare una mousse au chocolat,
dove posizioniamo 10 candeline che il cameriere ci accende ed Elena tenta di
spegnere, mentre queste continuano a riaccendersi (non mi ero accorta di aver
comprato candeline magique, che hanno appunto questa caratteristica) e tutti
gli ospiti del ristorante si mettono a cantarle "joiueaux
anniversaire" per la sua massima felicità. Rientrando alla Maison de Tari ci accoglie un cielo stellato da
planetario, dove vediamo anche le stelle cadenti. Cosa volere di più?
10/8/2013
Oggi salutiamo con un po'
di dispiacere il Perigord, dove lasciamo un pezzo di cuore, continuando a
pensare che sia uno dei luoghi più belli che
abbiamo mai visto. Ci trasferiamo nel Medoc, verso vigneti fra i più famosi al mondo e l' oceano e ci apprestiamo a percorrere
circa 180km. Colazione come sempre piacevole con le croccanti baguette e le
marmellate fatte da M.me Thibart, un saluto e partenza, direzione la vicina
Domme, che ieri non siamo riusciti a vedere e che risponde alle aspettative e
le descrizioni delle guide turistiche. Fra le belle case medievali, le botteghe
tipiche e le suggestive vie, il Belvedere offre una vista sulla valle della
Dordogna da lasciare senza fiato. Li accanto, ad animare la piazza sono stati
allestiti giochi "rurali", quelli con cui probabilmente giocavano
anche i miei nonni, qui a disposizione di bambini e turisti. Li proviamo anche
noi tutti quanti.
Ripartiamo soddisfatti,
con l'idea di fermarci a St Emilion che si trova sul nostro percorso. Sulla
strada facciamo sosta in una bella area attrezzata lungo un canale, dove ci
prepariamo la solita baguette, stavolta con pollo e formaggio di capra di
Rocamadour, che accompagnamo con albicocche dolcissime.
Un'altra ora di auto e
siamo a St Emilion, che vale davvero la pena vedere. Sembra un po' di essere a
Montalcino, tutto il borgo è un insieme di
negozi che vendono vino, ma è talmente
bello che questo diventa un elemento di sfondo: le vie sono
"charmant" e la cattedrale scavata nella roccia fa davvero
impressione!
Salutata anche St Emilion,
puntiamo diritti a Civrac en Medoc, dove abbiamo prenotato 2 notti allo Chateau
Pierre Montignac. Ci accoglie M.me Lucette che ci mostra la camera, una bella
stanza con il soppalco dove dormirà Elena e dove troviamo anche una bottiglia
del loro vino (sono viticultori, siamo in mezzo al loro immenso vigneto) come
omaggio di benvenuto, che gustiamo subito (sul loro sito si parla di premi
vinti da un loro vino).
Fabrizio e Elena vogliono
andare al mare per cena e quindi ci spostiamo a Montalivet, il paese più vicino
(13km), che troviamo decisamente brutto (che delusione, dopo il Perigord!), ma
facciamo in tempo a sederci sulla spiaggia per osservare lo spettacolo del sole
che tramonta nell' oceano e questo da solo vale il fatto di essere li.
Mangiamo pesce, spendiamo
in tutto 45€, poi rientriamo subito perche'
siamo stanchi, fa freschino e io devo scrivere il resoconto della giornata.
11/8/2013
La sveglia questa mattina
mi trova un po' incriccata per via del materasso troppo morbido, che non mi ha
fatto dormire particolarmente bene. Meno male che a tirarmi su ci pensa la
colazione di M.me Lucette, con latte, caffè, the, croissant e buonissime baguette, 2 tipi di marmellata fatta in casa
( di cui la multifrutta veramente eccellente).
A fare colazione insieme
a noi c'è anche una coppia con una
neonata; M.me Lucette ci dà qualche informazione sul posto: la tenuta di 24
ettari è di famiglia, producono bordeaux
da 3 generazioni. Ci spiega la composizione delle uve, il terroir e
l'importanza del clima e anche che quest'anno non sarà una buona annata,
perche' ha fatto caldo troppo tardi e l' uva finirà di maturare a fine
novembre, quando ci sarà rischio di gelate. Tutto ovviamente in francese, che
in qualche modo però capiamo.
M.me Lucette contesta il
nostro programma del giorno e ci suggerisce caldamente un'alternativa all'idea
di andare a Cap Ferret, perché è domenica e rischiamo di imbottigliarci nel
traffico pendolare. Decidiamo quindi per l'estuario della Gironde a Point de
Grave, che comunque volevamo vedere e ne rimaniamo colpiti: sapevamo che si
tratta dell'estuario più grande
d'Europa, ma vederlo è un' altra cosa. La coda per il
traghetto che porta a Royan ed al faro di Cordouan è quella di una domenica d'agosto, perciò abbandoniamo l'idea della
traversata e decidiamo di spostarci a Soulac sur mer e passare qualche ora in
riva all'oceano, dove mangiamo le nostre baguette, osserviamo ammirati la
vastità della spiaggia e delle onde, c'è un bel venticello, la temperatura è di circa 25 gradi ed Elena fa il bagno (da sola
perche' nessuno di noi due ha il coraggio di entrare in acqua a 20 gradi).
Verso le 16 decidiamo di andarcene, anche perche' ho dimenticato di portare i
solari e col fatto che la temperatura è piacevole
stiamo diventando dei gamberi, perciò rientriamo alla Chambre per una doccia
quasi fredda, una bella spalmata di crema all'aloe, un pisolo e poi di nuovo
fuori per cena, stavolta sulle rive della Gironde, nell' unico ristorante
trovato, dove lasciamo ben 92euro in tre senza rimanerne particolarmente
soddisfatti.
Domani diremo addio anche
al Medoc, ci aspettano le Landes.
12/8/2013
Salutata Civrac e la
tenuta Pierre de Montignac (abbiamo acquistato anche 6 bottiglie di vino di 2
diverse annate che ci gusteremo con gli amici dall'autunno in poi), impostiamo
il navigatore su Cap Ferret ma, come si dice, abbiamo fatto i conti senza l'
oste. Quando M.me Lucette diceva che "tout le monde" va a Cap Ferret,
intendeva proprio tutto il mondo, nessuno escluso. Il viaggio scorre senza problemi
fino a Lège, ma qui ci blocchiamo, perché l' unica strada che porta a Cap Ferret è intasata e ha formato una coda interminabile che non accenna a muoversi.
Cambiamo programma e puntiamo su Arcachon, con l' idea di vedere il paese,
magari prendere il battello per Cap Ferret e visitare la Dune du Pilat,
proseguendo poi per la nostra ultima destinazione di questa vacanza, Labastide
d'Armagnac, dove abbiamo prenotato le ultime 2 notti. Ma anche qui è presente il resto del mondo: Arcachon la vediamo
solo dall'auto, in mezzo ad una bolgia variopinta di persone, veicoli e sensi
obbligati. Peccato perché sembra un bel
posto, ma il caos e la mancanza di parcheggi ci spingono a proseguire,
cominciamo ad essere stanchi, accaldati, siamo praticamente in auto dal mattino
e sono le tre del pomeriggio. Almeno la Dune, però, vorremmo vederla!
Il paesaggio che prosegue
è davvero bello, la strada sale allargandosi in una
pineta, sotto si apre l’oceano e una grande spiaggia...poi di nuovo bloccati:
eh no! Siamo in prossimità della Duna e rischiamo di non parcheggiare? Fabrizio
inizia a sclerare, ma io insisto: il parcheggio è grande e ben organizzato, escono auto in continuazione e continuamente ne
entrano, quindi entriamo anche noi e parcheggiamo. è spettacolare!
Per quanto ne avessimo letto e avessimo immaginato, quello che vediamo è impressionante: sono oltre 140 mt di altezza,
un'estensione che non saprei dire e che avanza di 4 mt ogni anno, tanto che si è già inghiottita un hotel ed un incrocio stradale.
Per salire ci sono i gradini, ma c'è anche chi fa
la fatica di risalirla, mentre i bambini si divertono a scivolare giù. La vista
da sopra è incredibile, vediamo Arcachon,
Cap Ferret e tutta la baia, ne valeva davvero la pena.
Pochi metri a piedi e poi la
Dune si apre davanti a noi ed
Paghiamo i 4 euro di
parcheggio, risaliamo in auto e via verso il nostro ultimo B&B, Les
Chambres de Labastide, dove arriviamo verso le 19.
La casa vista da fuori ci
spaventa un pò: sembra fatiscente, su una stradina polverosa...ma poi ci
accoglie Arnaud con sua moglie Anais, con tanta cortesia ci mostra la casa e la
nostra camera e per fortuna anche stavolta è andata bene. Arnaud parla inglese (era ora!) e racconta che siamo in una
casa del 1600, che lui e sua moglie hanno recuperato e arredato con una cura ed
un gusto delizioso, con dettagli squisiti che contribuiscono a rendere
l'ambiente molto accogliente. C'è anche il
wi-fi, così approfittiamo e chiamiamo casa
gratuitamente utilizzando Viber. Su consiglio di Arnaud ceniamo alla creperie
dietro la casa, nella Place Royal, un esempio perfettamente conservato di
piazza medievale, all'interno della bastia, che ci offre uno spunto di questo
villaggio che abbiamo incontrato casualmente, cercando una sistemazione con
Booking.com e che si rivela un piccolo gioiello inaspettato, lontano dalle mete
più turistiche e quindi ancora più vero. Non vediamo l' ora di scoprirlo
domani.
13/8/2013
Apriamo gli occhi
svegliati da un profumino delizioso che arriva dal basso. Scendiamo a fare
colazione e rimaniamo piacevolmente sorpresi: Anais ci ha preparato deliziosi pancake,
insieme a 3 tipi di marmellata fatta da lei, come lo yogurt e addirittura le
baguette (non le piace il pane della boulangerie, che a noi sembrava già
buonissimo!) Spazzoliamo tutto ed usciamo per un giro della Bastide, che
scopriamo abitata da botteghe artisti (una in particolare con sculture fatte di
ferro ed oggetti di recupero) ed altre Chambre, e da gente che ha voglia di
conservare e preservare la propria storia attraverso la conservazione degli
edifici, molti dei quali risalgono all’anno 1000.
Siamo nel territorio dove
è nato l’Armagnac, molti negozi sono di proprietà dei produttori della zona,
che ci invitano a degustare, ma alle 1 del mattino è un po’ presto per alzare
il tasso alcolico.
Compriamo la solita
baguette, formaggi, sardine e frutta ed andiamo a pranzare in riva al fiume,
dove non c’è praticamente nessuno, super-rilassante.
Nel pomeriggio decidiamo
di visitare il Museo dell’Armagnac, di proprietà di uno degli Chateau più
antichi, dove possiamo vedere gli strumenti ed i distillatori usati dal ‘700
sino ad oggi e conoscere la storia di questo prodotto, meno famoso del Cognac,
ma non meno eccellente.
Il Museo si trova in un
parco naturalistico con percorso natura, con stagni ed una vegetazione
piacevole, dove spendiamo un’altra ora.
Facciamo poi un salto a
Roquefort, che non ci sembra particolarmente interessante, perciò rientriamo
alla Chambre e ci prepariamo per la cena: nella Place Royal stasera c’è il
Marchè du Pays, con bancarelle di artigiani e produttori locali. Mangiamo in
piazza sbocconcellando qua e la cibi tipici e molto appetitosi, ascoltiamo il
gruppo musicale cantare, anche se facciamo un po’ di fatica a sederci (nessuno
sembra intenzionato a lasciare il posto), infine andiamo a nanna: la nostra
vacanza è finita e domani dovremo affrontare più di 1000km per rientrare alla base.
A proposito, per gli amanti della contabilità, questa è una vacanza on-the-road per budget low cost: in tutto abbiamo speso 1270€, compreso carburante, pedaggi autostradali, ingressi in museo o castelli, gadget vari e ricordini, inclusa la preziosa bottiglia di Armagnac classe 1993.
A proposito, per gli amanti della contabilità, questa è una vacanza on-the-road per budget low cost: in tutto abbiamo speso 1270€, compreso carburante, pedaggi autostradali, ingressi in museo o castelli, gadget vari e ricordini, inclusa la preziosa bottiglia di Armagnac classe 1993.