Stamattina mentre facevo colazione ho pensato "oggi sarà l'ultimo giorno in cui, andando in
ufficio, farò tutta una serie di cose che fanno parte della mia vita quotidiana
praticamente da sempre".
Assurdamente (o forse sensatamente?) l'elenco che mi sono
fatta non comprende quasi nulla che abbia a che fare con attività da supermanager di alto profilo e questo mi ha riempito il cuore di una ventata di aria fresca. Nell'ordine ecco quello che ho pensato:
Non litigherò più con il telecomando che apre la sbarra in
uscita anzichè quella in ingresso
Non smoccolerò perchè l'ascensore è al -1 in salita e devo
aspettare che arrivi al sesto e ritorni, fermandosi una media di 5 min a piano
Non accenderò più il PC e non andrò in bagno a lavare gli
occhiali perchè, per uno strana congettura astrale, mi accorgo che sono lerci
appena varco la soglia dell'ufficio
Non sentirò più sbraitare il mio nome alle spalle mentre al
telefono sto dicendo che non ci sono
Non dovrò più cercare di star seria tutte le volte che una
riunione inizia con un "Siccome che..."
Non mi lamenterò più perchè andare in bagno a lavarsi i
denti dopo pranzo quasi sempre è più impegnativo di una prova per diventare
Navy Seal, ma senza il supporto della maschera antigas
Non aprirò più di nascosto la finestra con la maniglia
sottratta impropriamente alla manutenzione con il rischio di provocare la bora
sull'intero piano
Non dovrò nemmeno più cercare di controllare i muscoli
facciali perchè non assumano un'espressione da "penso che tua sia un
cretino" durante i marketing meeting
Non lascerò mai più a piedi un presidente 2 volte di seguito in meno di tre mesi
Non penserò più di rischiare la galera per aver sottostimato
il potere dei freedrink come call-to-action sul pubblico atteso per un evento
Probabilmente non dormirò nemmeno più in camera tripla pur avendo abbondantemente superato l'età del college
Sicuramente non lo farò più trasportando il letto da una
camera all'altra, in pigiama e ciabatte,
insieme ad un facchino cingalese in piena notte
Mi sarebbe piaciuto scrivere che stanotte non ho
chiuso occhio pensando a tutto questo, ma non è così, perchè ho dormito
benissimo e meglio degli altri giorni.
Sarebbe poetico pensare che mi sento triste all'idea di lasciare, ma
nemmeno questo è vero, perchè non mi sento triste affatto.
Mi mancheranno tutte le piccole stupide quotidianità di questa lunga relazione, che ricordo di più e meglio dei progetti più importanti che ho fatto, ma questo non mi provoca tristezza perchè fanno parte del mio passato e
del mio vissuto e stanno lì, insieme al ricordo del primo bacio, delle carote
estratte dalla terra insieme a mio zio, del primo giorno di scuola, del momento
in cui ho visto le mie figlie per la prima volta o ho parlato con mio padre per
l'ultima...
Mia nonna mi diceva che quando si chiude la porta bisognerebbe
farlo dandogli le spalle e non guardandola, perchè quel che c'è dietro già lo
sai e devi guardare a quello che ancora non conosci.
Non so se sia vero per
tutti, so per certo che è vero per me.
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